Tanta Carpi negli anni della Cisl
La Cisl modenese ha festeggiato i suoi settant’anni di vita, senza torta con le candeline e, a causa della pandemia incombente, anche senza celebrazioni ufficiali. Con un semplice comunicato, William Ballotta, attuale segretario di Cisl Emilia Centrale che riunisce le precedenti sedi territoriali di Modena e Reggio Emilia del sindacato, ha ricordato i fondatori del sindacalismo cattolico modenese, Ermanno Gorrieri e Luigi Paganelli e la lunga tradizione del sindacalismo democratico. L’occasione è buona per aprire uno squarcio anche sulla presenza a Carpi della Cisl che storicamente non può vantare la stessa anzianità ma ha proposto nel tempo figure di sindacalisti a tutto tondo che hanno caratterizzato anche la storia economica e sociale di Carpi: Narciso Bulgarelli, Romano Artioli, Livio Filippi e Maurizio Gasparini. Narciso Bulgarelli, carpigiano, è fra i fondatori della Cisl locale: alcuni anni dopo che a Modena la sigla sindacale si insedia in via Badia, a Carpi la Cisl apre il suo primo ufficio in corso Fanti a palazzo Corso. Non è un caso: dopo le prime esperienze unitarie della Camera del Lavoro di Carpi, il sindacalismo cattolico cerca una propria via autonoma ma a Carpi stenta ad affermarsi sommerso dalla preponderanza anche fisica del sindacalismo di sinistra. “Quando giunsi nel 1957 a Carpi – è la testimonianza postuma di Romano Artioli, colui che ha caratterizzato per un trentennio la presenza Cisl nella città dei Pio – gli iscritti erano qualche centinaio in tutto. A Modena si era addirittura in forse se investire sulla sede di Carpi vista la massiccia preponderanza della presenza della Cgil”.