Sicurezza per le bici: mozione Carpi Futura a scoppio ritardato

Quando si dice la tempestività. Carpi Futura esce con una mozione sulla sicurezza dei ciclisti tre giorni dopo il piano per la mobilità leggera legato all'emergenza Covid già annunciato dal Comune. Un piano nel quale, se attuato, dovrebbero trovare risposta i due problemi sollevati dalla mozione: educare gli automobilisti al rispetto della mobilità su due ruote e, soprattutto, intensificare in tutta la città la "...presenza di segnaletica stradale (verticale e orizzontale) per la sicurezza dei ciclisti”. Ma a che cosa servirebbero, allora, i venti chilometri in più di corsie e piste ciclabili previsti entro il mese di ottobre, scondo quanto promesso dall'assessore ai Lavori pubblici, Marco Truzzi? E le “case avanzate” non sono proprio una risposta all'esigenza di radunare i ciclisti a ridosso delle linee di stop davanti ai semafori, per evitare loro di zigzagare fra le auto ferme, con il rischio di essere travolti all'apparire del verde? Ecco perché suonano un tantino superati dalle circostanze i ragionamenti di Carpi Futura sul boom delle vendite di biciclette, favorito dai bonus e dal maturare di una cultura della mobilità alternativa all'automobile; sull'aumento degli incidenti con vittime i ciclisti; sulla necessità di mantenere una distanza di sicurezza fra auto e biciclette, sul modello francese; sulla sola sperimentazione di zona 30 in via Colombo. E soprattutto Carpi Futura allude ai "...tempo per riadattare la nostra viabilità” che, a suo dire, “potranno essere ancora molto lunghi”. Ma i mesi di settembre/ottobre annunciati per l'attuazione del piano comunale non parrebbero assimilabili alle calende greche. E l'impressione è di trovarsi di fronte a una domanda ignara che c'era già in circolo la risposta.

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