Il Sindaco, i piani di fine mandato e l'abbandono da parte di tre consigliere

Novi: Diacci alla volata finale

Signor Sindaco, vogliamo partire da questa storia delle dimissioni? Enrico Diacci mette le mani avanti e fa subito capire che rispetto alle cose che ha sul tavolo per Novi, Rovereto e Sant’Antonio, la vicenda delle tre consigliere, una anche ex assessora, che hanno lasciato la lista civica che sostiene la sua Giunta, non ha poi tutta quella rilevanza. Le cose che gli stanno veramente a cuore lui le chiama “i puntini”: unendo i quali viene fuori la visione, il disegno che ha in mente per il territorio, un complesso di azioni alle quali si capisce che vorrebbe dare la classica accelerata per la dirittura finale del mandato, in scadenza tra due anni.

 

L’attualità impone come primo puntino la situazione sanitaria: una media di 14 casi a Novi non sono poca cosa...

«L’emergenza sanitaria non ci sta riportando al passato, ma a trovare risposte diverse, con un’attenzione primaria alla medicina territoriale. Un passaggio molto importante è stata l’inaugurazione dell’Os. Co., l’ospedale di comunità realizzato grazie alla collaborazione tra Welfare Italia, proprietaria della Rsa Cortenova, e la cooperativa sociale che la gestisce. È uno dei tre esistenti in tutta la provincia di Modena, con quelli di Fanano e Castelfranco: completamente separato dalla Cra, fornisce una risposta intermedia tra l’ospedalizzazione e l’assistenza infermieristica continuativa, quella che per esempio serve oggi ai pazienti Covid selezionati dalle équipe che gestiscono le dimissioni protette. Va a integrare la funzione svolta dalle Case della salute di Novi e Rovereto dove operano invece i sei medici di base attivi sul territorio, con i quali abbiamo un confronto settimanale di verifica dell’emergenza»

 

Altro puntino: la prospettiva di un importante investimento, sui tre milioni, della Fondazione Cassa di Risparmio. Si diceva di un palazzetto dello sport...

«Sarebbe molto pretenzioso. Parlerei piuttosto di un polo di aggregazione da realizzare nel Centro sportivo di Novi, utile a tutta la comunità, ma indirizzato soprattutto a favorire le relazioni fra i giovani. Una struttura polifunzionale, uno spazio pensato per lo sport, ma anche per la socializzazione, simile al Multiverso di Rovereto che è molto frequentato» Alla fine, però, dovrete dire alla Fondazione di che cosa si tratta di preciso, visto che lo dovrà progettare e costruire... «Abbiamo attivato diverse risorse professionali sul territorio, incaricate, a titolo gratuito, di fornire indicazioni alla Fondazione che entro fine anno dovrebbe deliberare il bando. E fra il 2021 e il 2022 potrebbe aprire il cantiere»

 

A proposito di cantieri, come vanno quelli eterni delle due piazze di Novi e Rovereto?

«Per piazza Primo Maggio, a Novi, ci sono state delle difficoltà nel coordinarci con la Soprintendenza. Per quanto la piazza preesistente non avesse particolari pregi storico artistici, l’organo di tutela è stato molto esigente e vigile per tutto quanto ha riguardato la scelta dei materiali e degli arredi. Ma ora le cose si sono sbloccate, come anche a Rovereto, dove la Diocesi ha dovuto attendere per un anno lo spostamento della linea interrata dell’Enel che impediva di dare corso al progetto sull’area dell’ex cinema Lux, di sua proprietà. Come Amministrazione comunale, dopo aver progettato il resto della piazza, abbiamo potuto solo cercare di agevolare la pratica»

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