L’attore, invitato a un acceso incontro conviviale, non le ha mandate a dire

E allora il Pd. Marescotti al vetriolo

Lo avevano chiamato per il contraddittorio “E allora il Pd?” che nelle intenzioni avrebbe dovuto sbeffeggiare un tormentone tipico dei social: quello che sul web ha reso un bersaglio prediletto il partito dei dem, forse per il fatto di essere il solo che continua a mantenere la forma di un partito. Solo che con Alberto Bellelli ed Enrico Campedelli, suoi interlocutori sul palco allestito al Circolo il Mattatoyo, l’attore Ivano Marescotti, romagnolo doc e comunista senza peli sulla lingua, non c’è stato a cadere nell’imboscata e a interpretare il ruolo del figliol prodigo. Di quello cioè che, deluso dalle scelte del Pd e avvicinatosi per questo ai Cinque Stelle, si è poi pentito della scelta per rientrare nel filone a lui più congeniale della sinistra. E ha riversato addosso al Sindaco e al Consigliere regionale seduti accanto a lui, ma in quel momento riproduttori in effigie dell’oggetto del suo risentimento, tutte le critiche che potrebbero indirizzare alle scelte del Pd degli ultimi dieci anni i circa cinque milioni di elettori che lo hanno abbandonato per avvicinarsi al movimento di Beppe Grillo. “E allora il Pd?”, appunto. Qualche cosa di come sarebbe andata Marescotti l’aveva lasciata intuire quando la scarsa illuminazione della sala dalla parte della cinquantina di presenti, gli aveva fatto dire “C’è il popolo in ombra: sembra il Pd”. E poi era andato via sciolto, prendendo spunto dal ricordo di Bellelli di antiche fedeltà staliniane ascoltate da piccolo, per definirsi sostenitore convinto del comunismo e della libertà, verso conclusivo di “Bandiera rossa”, al punto da aver mantenuto sempre un atteggiamento critico verso i Paesi del socialismo reale, con i quali a suo avviso il Pci – dal quale Marescotti fu espulso nel 1975 – avrebbe dovuto chiudere fin dalla rivolta ungherese del 1956, senza bisogno di attendere il 1978 per dichiarare chiusa la “spinta propulsiva” della Rivoluzione d’Ottobre o la caduta del Muro del 1989 per cambiar nome. 

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