La quotidianità del razzismo vissuta da una 24enne del Ghana

Vi spiego il mio essere una donna nera a Carpi

Le sue iniziali sono S.M, è originaria di Wa, una cittadina di 83 mila abitanti del Nord Ovest del Ghana. È graphic designer e specialista di contenuti digitali, ha 24 anni e da quattro vive in Italia, dove ha frequentato la Bologna Business School, ottenendovi il master in Business administration e in Design della moda e dei beni di lusso, prima di essere chiamata, tre anni fa, da una importante azienda di Carpi. Le abbiamo chiesto di raccontare la sua esperienza di donna di colore nel nostro Paese e in città. *** Come donna di colore che vive in Italia ho avvertito come fatto connaturato in me che sarò trattata in modo diverso o che avrò bisogno di sforzarmi di più per inserirmi e ottenere un minimo di rispetto. Naturalmente non è sempre questo il caso ed è totalmente diverso con persone dalla mentalità aperta. Ma ne ho incontrate anche molte che decidono di non sedersi accanto a me sull’autobus, o i trattamenti freddi nei ristoranti e nei bar, gli sguardi strani nei luoghi pubblici, fino ad essere respinta o ignorata. Mi sono presa insomma la mia brava dose di razzismo. Alcuni episodi mi hanno fatto piangere e altri mi hanno lasciata completamente senza parole. Ricordo di essere stata chiusa fuori da un centro di assistenza telefonica, come si fa con i cani, semplicemente perché ero diversa. La sensazione di disprezzo e mancanza di rispetto mi ha resa molto fragile. Essere nero o di un’altra tonalità non significa essere cattivi e non si traduce in indegnità. Essere nero ti identifica come africano o di origine africana, ma l’Africa è un continente, non un paese e come tale ha diverse nazioni con persone, etnie, culture, stili di vita diversi. Immaginate di essere un Italiano considerato allo stesso modo di un Francese o di sentirsi dire che tutti gli Europei sono uguali. Il tema del razzismo in tutte le sue forme è stato evitato troppe volte o spesso banalizzato quando è stato sollevato. Alcuni “amici” possono dire cose carine liberandosi da qualsiasi colpa, mentre altri ti spiegano che stai esagerando o che sei solo paranoica e cercano di convincerti che è tutto nella tua testa. Ma io credo di essere abbastanza cosciente da percepire un comportamento sbagliato, oserei dire che finché non si vive questa realtà, non si può mai comprendere appieno la sua gravità, per quanto possa sembrare poca cosa. Ci sono cose alle quali non ci si può abituare: il razzismo è una di queste.

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati