La direttrice Manuela Rossi alla vigilia di una riapertura con limitazioni

Il virtuale non sostituirà mai una visita al Museo

I musei, le biblioteche e le mostre riapriranno il 18 maggio: una decisione voluta dal Mibact e che risponde agli appelli di quanti sottolineano l’importanza di sostenere la cultura. Come si comporteranno i musei? Aprirli significa avere attività che debbono essere coniugate con le attuali limitazioni alla circolazione delle persone. L’emergenza sar à occasione per ripensare il loro futuro? Ne abbiamo parlato con Manuela Rossi, direttrice dei Musei di Palazzo dei Pio di Carpi.

 

In risposta all’emergenza, i musei stanno sfruttando il web per aprire le loro porte…

«Georges Bataille ha scritto nel 1930 che “un museo è come il polmone di una grande città: la folla affluisce nel museo come il sangue, e ne esce purificata e fresca”. Questo per dire che il web può essere solo una porta virtuale al museo, luogo di cultura in cui la presenza delle persone fisiche è fondamentale. Quello che ci ha insegnato questo difficile momento è che l’esperienza della visita avviene su diversi livelli e nessuno di questi, anche quando si uscirà definitivamente da questa crisi, deve essere abbandonato. È però necessario trasformare queste modalità on line in una forma che, pur rimanendo sul web, invogli le persone a muoversi ed entrare in un museo per vedere colori e forme tridimensionali reali che un video non potrà mai restituire. La vera sfida sarà costruire, a mio avviso, due step: un primo in cui, più o meno integralmente, il digitale per molti continuerà a sostituire ancora la fruizione di persona, sia alla visita che alle iniziative culturali. In un secondo momento, tuttavia, quando sarà possibile aprire senza limitazioni, il digitale dovrà essere introduttivo o integrativo alla fruizione reale e fisica degli spazi e delle proposte culturali. Nessuno potrà mai convincermi del fatto che la visita, ad esempio, alla Cappella Sistina sia equiparabile alla pur magnifica visita virtuale oggi accessibile sul sito dei Musei Vaticani: la visita reale è fatta di conquista (la fila), di attesa (quella per entrare nella cappella), di silenzio (imposto dai custodi), di vicinanza con chi non parla la tua lingua, di odori, di sentirsi piccoli sotto i cinquemila metri circa della volta, di sguardi smarriti davanti alla bellezza, di impossibilità a fare fotografie, di quelle due dita che sembrano toccarsi sotto i tuoi occhi ma non si toccheranno mai (La creazione di Adamo). Tutte sensazioni che mancano davanti ai nostri schermi»

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