È uscito Non è mai troppo tardi di Stefania Russo (No Ordinary Mum)

I buoni sentimenti in una cornice di verità

Annarita, 84 anni, abita in uno dei complessialveare della periferia milanese, costretta su una sedia a rotelle. La sua è la condizione di tanti anziani: centellinare le spese per stare nei limiti di una pensione di sopravvivenza; gli acciacchi; l’assistenza gratuita di una donnona rumena, Olga, che le legge i romanzi; l’affetto per la nipote Stella; il rapporto conflittuale con la figlia Katia che non ha tempo per occuparsi di lei. Pur nelle sue condizioni, vuoi per il filo di ironia che sa mettere nei pensieri e nelle parole, vuoi per una naturale curiosità verso il prossimo, si trova a fare facilmente conoscenza un po’ con tutto il campionario di umanità che popola il Mostro, come viene chiamato quel palazzone di cemento armato: le vecchiette con cui va a messa; le comari pettegole; il fidanzatino della nipote che porta calzoni strappati e sa tutto di informatica; il suo amico Totò, napoletano verace e leader della banda dei ragazzi; don Antonio, che aiuta tutti; Giorgio, innamorato perennemente respinto da Ornella. È questo strano vicinato che, con l’aiuto di Stella e con la propria intraprendenza e determinazione Annarita riesce a mobilitare, allestendo una Banca del Tempo in cui chiunque sappia fare qualche cosa impegna il proprio tempo per insegnarlo agli altri, si tratti di curare le piante o impastare il pane o familiarizzare gli anziani con il computer. Lo scopo è racimolare il denaro necessario a guarire una persona affetta da una grave malattia invalidante. Ma è un’impresa ardua che deve misurarsi con mille difficoltà, qualche colpo di scena, molti pregiudizi e resistenze. Alla sua prima prova di autrice, in questo suo “Non è mai troppo tardi” (Sperling&Kupfer, Milano 2020, 230 pagine, 15,90 euro) Stefania Russo, 32 anni, milanese trapiantata a Soliera, diplomata al liceo linguistico e iscritta a Economia aziendale e marketing all’UniMo- Re, è riuscita a confezionare un romanzo lieve, ma anche intenso e vero. Proprio com’è nelle caratteristiche della protagonista, Annarita, afflitta dalla non autosufficienza, ma dotata di una buona dose di humour e capace di uscire dalla propria condizione per dare vita a un vero e proprio movimento intorno a una nobile causa comune. Il risultato sono pagine, articolate in brevi capitoli, dalle quali è difficile staccare, dopo averne intrapresa la lettura: proprio per quel fluire di fatti della quotidianità nei quali si finisce un po’ tutti per riconoscersi o per riconoscervi altri, con i relativi drammi, ansie, gioie, sorprese. Vita vera, insomma. Molto nota per il profilo social No Ordinary Mum con il quale, a proposito di coinvolgimento, si è conquistata un vastissimo seguito fra le mamme, raccontandosi alle prese con le cronache della maternità, Stefania Russo ci offre con pochi tratti e senza nulla concedere alla sociologia, anche uno spaccato significativo della periferia milanese di oggi e dei suoi tipi umani.

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