Carpi sui giornali. Don Caccia solleva lo scandalo Gene Gnocchi e Rocco Siffredi citato in Cattedrale. La regione arancione. Il lamento degli ambulanti

Non molla, don Ermanno Caccia, che quando si tratta di regolare conti con la Diocesi di Carpi, dalla quale a suo tempo fu emarginato per un imbarazzante elogio a Salvini, non si tira certo indietro. E' l'argomento di apertura di oggi non solo della Gazzetta e del Carlino che dedica alla questione anche una pagina del nazionale, ma che ha dilagato anche sulla stampa nazionale. Da una parrocchia di Chioggia dove è rientrato dopo la parentesi carpigiana, il sacerdote ha rispolverato sul proprio profilo social, dove scrive con lo pseudonimo Ercamo, un episodio accaduto un mese fa, in occasione del convegno su Odoardo Focherini, tenutosi in Cattedrale, con la partecipazione di illustri teologi, storici e filosofi. Forse per alleggerire la giornata, l'organizzazione – e non è ben chiaro se il Vicario, monsignor Manicardi o chi per lui – invitò il comico Gene Gnocchi per un siparietto cabarettistico. Oggi don Caccia ritorna su quell'episodio per stigmatizzare alcune battute definite da don Caccia “oscene” del comico, riferite agli attributi del pornoattore Rocco Siffredi e alle origini della bevanda Red Bull che scomoderebbero invece quelli dei tori. Il tutto all'insegna del classico "ma dove andremo a finire” e che Chiesa è quella che permette che simili battute vengono ascoltate in una Cattedrale. La cosa, come si diceva, è stata ripresa anche da diverse testate nazionali, con puntuale intervista al comico, che la riconduce a una vecchia gag di repertorio, pochi secondi nel contesto di un intermezzo molto più serio, mentre Siffredi si limita a sottolineare di avere molti estimatori nella Chiesa.