Per via del padre Cesare, nato in città, della famosa dinastia di burattinai

Campogalliani, regista e attore con radici a Carpi

Oltre alle note biografie – da Liliana Cavani a Carlo Rustichelli ed Ernest Borgnine – che legano Carpi alla storia del cinema, ce n’è una pressoché sconosciuta che si riassume nel nome di Carlo Campogalliani. L’ha  riscoperta e ce la racconta Lucia Armentano, storica e ricercatrice, già responsabile dell’Archivio storico comunale.

l nome di Carlo Campogalliani probabilmente evocherà poco o nulla alla quasi totalità dei Carpigiani, ma almeno la metà di loro avrà visto o quantomeno sentito parlare del film “Bellezze in bicicletta” da lui diretto nel 1951 e interpretato fra gli altri da Silvana Pampanini, Delia Scala, Aroldo Tieri, Peppino De Filippo, Renato Rascel e Carlo Croccolo. Un film commerciale e divertente che non entusiasmò la critica del tempo, ma ebbe un grande successo di pubblico e di incassi, accompagnato anche dal successo della colonna sonora, la quasi omonima “Bellezza in bicicletta”, un motivetto composto nel 1950 da Giovanni d’Anzi e Marcello Marchesi e cantato nel film da una splendida Pampanini. Giovan Battista Carlo Campogalliani, questo era il nome completo, era nato a Concordia sulla Secchia il 10 ottobre 1885, da Cesare, di professione burattinaio che morì lo stesso anno, e Chiara Vantini, entrambi domiciliati a Modena. E già dall’atto di nascita si profila la prima piacevole scoperta: Carlo apparteneva alla prestigiosa dinastia dei burattinai Campogalliani e suo padre, nato nel 1826 a Carpi, era nipote diretto di quel Luigi che fondò l’arte di famiglia, anche lui nato nella nostra città, nel 1775, da una famiglia di ebrei convertiti e il cui cognome originario era Rimini. Il cognome Campogalliani imposto invece con il battesimo fu scelto in ossequio al marchese Paolo Rango d’Aragona, allora feudatario di Campogalliano e capo dell’opera dei catecumeni di Modena. Dopo la morte di Cesare, l’attività di burattinaio fu intrapresa e continuata dal figlio maggiore Francesco, mentre Carlo iniziò da giovane a calcare il palcoscenico, dapprincipio come scenografo e poi come attore in piccole compagnie. Nel 1910 esordì come attore di cinema muto in “Re Lear” di Giuseppe de Liguoro, un pioniere del cinema, mentre nel 1914 debuttò nella regia con il film “Il rivale di papà”, da lui scritto e anche interpretato.

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