In Sala Manuzio a inaugurare il ciclo Un ospite in Pinacoteca

Il mito crudele di Progne tra Mattia Preti e Picasso

“Non c’è passato né futuro nell’arte. Se un’opera d’arte non può vivere nel presente, non se ne deve assolutamente tenere conto”. A questo aforisma di Pablo Picasso si ispira la mostra “Preti vs Picasso. Il mito di Progne e Filomela” inaugurata sabato scorso alla Sala Manuzio dei Musei di Carpi. La piccola esposizione dà il via al ciclo “Un ospite in pinacoteca”, iniziativa che ha l’obiettivo di valorizzare e far conoscere il ricco patrimonio pittorico dei Musei cittadini, anticipando così alcuni temi che caratterizzeranno la futura Pinacoteca che, secondo i progetti dell’Amministrazione comunale, connetterà il Torrione di Galasso con l’area museale di Palazzo dei Pio. La mostra mette a confronto due autori e due opere completamente diversi tra loro che hanno però raffigurato, se pur con visioni e tecniche artistiche differenti, lo stesso tema: il mito di Progne. Per chi non lo sapesse, Progne è un personaggio della mitologia greca e la sua leggenda è legata a quella di sua sorella Filomela che venne violentata da suo marito Tereo, re della Tracia. Filomela, sebbene il cognato l’avesse privata della lingua affinché nessuno conoscesse il suo gesto, riuscì a comunicare l’accaduto alla sorella, tessendone le immagini su una tela. Progne, per vendicarla, fece a pezzi il figlio Iti e lo diede in pasto a Tereo che, una volta capito tutto, minacciò di morte le due sorelle che, secondo il mito, furono tramutate dagli dei rispettivamente in usignolo e rondine.

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