Sara Capelli (Pro.emia), sono i miei figli la fonte d’ispirazione

La storia di Sara Capelli è simile a quella di altre donne che, come lei, hanno lavorato per anni in importanti aziende di moda. Dopo la maternità le è scattata la voglia di creare qualcosa di tutto suo, ma anche di riuscire a gestire autonomamente gli orari di lavoro. Così è nato Pro. emia, marchio di abbigliamento per bambini e bambine da 2 a 10 anni (il nome richiama le iniziali dei suoi figli Mia di 4 anni ed Emilio di 2) che propone capi ricercati e di tendenza dall’animo rock e qualche pezzo per la donna. Trentacinque anni, originaria di Novi e residente a Carpi dal 2012, dopo la laurea in Scienza della Comunicazione ed Economia conseguita all’Università di Reggio Emilia, Sara è entrata nel Gruppo Armani dove, per otto anni nella sede di Baggiovara, ha ricoperto diverse mansioni: dal commerciale al merchandiser fino a diventare fashion coordinator. «Dopo la nascita della mia prima figlia ho capito che sarebbe stato difficile conciliare lavoro e famiglia, soprattutto a causa delle frequenti trasferte negli uffici di Milano – racconta Sara –. L’azienda mi è venuta incontro, mi ha concesso perfino il part-time e devo dire che fortunatamente non ho mai avuto problemi, però due anni fa, con l’arrivo del secondo bimbo, ho deciso di licenziarmi. L’idea era creare qualcosa di mio, di unire la mia passione per la moda con la mia fonte di ispirazione più grande: i miei figli. Mi sono data come obiettivo il 2019 e così, la scorsa estate ha preso forma il progetto Pro.emia. All’inizio vendevo soltanto online o tramite i social (spedisco in tutta Italia) – prosegue –, poi con il passaparola l’attività si è allargata, ho iniziato a collaborare con qualche negozio e all’inizio di dicembre ho aperto un piccolo showroom in pieno centro, al civico 34 di via Aldrovandi, che però non segue gli orari dei negozi tradizionali: è aperto il mercoledì pomeriggio, venerdì tutto il giorno, altrimenti su appuntamento. In termini di ore forse lavoro più di prima – sorride –, ma non ho vincoli e quindi riesco a organizzarmi secondo le mie esigenze».