Export moda 2019 in crescita ma si teme l’effetto dazi

Nei primi sei mesi del 2019 l’export di tessile-moda italiano cresce del 7,2 per cento e arriva a quota 33,5 miliardi. Questo a fronte di un aumento delle importazioni soltanto del 2,1 per cento, come emerge da un’intervista de Il Sole 24 Ore a Claudio Marenzi, presidente di Confindustra Moda. Ne risulta un saldo attivo della bilancia commerciale del settore in aumento del 13,6 per cento, a 15,7 miliardi. Il centro studi di Confindustra Moda non ha ancora elaborato il dato sul fatturato. Tenendo conto di una diminuzione stimata del 2 per cento dei consumi interni (circa il 30 per cento del giro d’affari complessivo), Marenzi ipotizza che la prima metà dell’anno si sia chiusa con ricavi globali in crescita tra il 2,5 e il 3 per cento. Per la fine del 2019 il valore totale dovrebbe superare i 100 miliardi di euro, dai 95,5 miliardi del 2018. Sulla chiusura del 2019 gravano però numerose incognite, come la guerra dei dazi dichiarata dagli Usa e gli effetti delle proteste anti-governative a Hong Kong, iniziate in giugno. Proprio in questi giorni il gruppo Lvmh ha parlato di un calo del 25 per cento circa delle vendite nell’ex-colonia britannica, ma alcuni analisti ipotizzano diminuzioni fra il 30 e il 60 per cento per il lusso. Invitando a non fasciarsi la testa troppo presto in merito alle incognite esterne, Marenzi ha rivelato nell’intervista che l’export di moda italiana verso il Regno Unito è aumentato del 5,4 per cento nei sei mesi, nonostante la Brexit. Le vendite negli Stati Uniti sono salite del 9,6 per cento.

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