Dentro Carpi Fashion System, la creatura più importante di Simone Morelli

Come girano i soldi nell'ente che non c'è

I dubbi esposti nel proprio profilo social dall’ex Sindaco Werther Cigarini sulla gestione di Carpi Fashion System in diverse circostanze – ultima, il raffronto con le manifestazioni di Carpi Maglia degli anni Sessanta – sono piuttosto tranchant: “Non c’è un organo, un responsabile  giuridico e amministrativo, un bilancio un rendiconto – scrive – ; non si capisce chi decide cosa fare e come destinare le notevoli risorse, a chi. Dove vanno i contributi ad esempio della Fondazione? Nel bilancio comunale? E gli altri? C’è un organo di coordinamento dei  programmi e delle iniziative realizzate e finanziate? E da chi è composto? Insomma: tutto molto nebuloso, oscuro, informale”. L’idea che la  più importante creazione di Simone Morelli sia una terra di nessuno soggetta alla più completa e anarchica arbitrarietà in fatto di conti va  però subito corretta. Rilevando che esistono invece, nella gestione di Carpi Fashion System – tuttora un non-ente senza personalità giuridica, un semplice progetto che riunisce Comune e rappresentanti di Confindustria, Confartigianato Lapam e Cna – tre livelli ben  delineati di responsabilità e gestione della spesa, per cui parrebbe improprio trasmettere all’opinione pubblica un’impressione di generale opacità. Basta leggersi, al riguardo, la convenzione sottoscritta da Giovanni Gnoli, per il Comune di Carpi, e da Giuseppe Schena per la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, datata 28 aprile 2015 e che fissa le modalità di erogazione dei 400 mila euro l’anno per il triennio 2015/2017 da parte di palazzo Brusati alle iniziative di Carpi Fashion System. La Fondazione si impegna girare il contributo al Comune di  Carpi, in quanto “soggetto collettore delle risorse dirette al sostegno del progetto”, per stati di avanzamento delle diverse iniziative. Un primo  acconto del 60 per cento dell’importo di ciascuna annualità è considerato anticipo da versare alla presentazione del programma annuo dettagliato. Un secondo acconto del 30 per cento viene accordato, esaurito il primo, “con presentazione di tutti i giustificativi relativi al primo acconto, debitamente quietanzati attestanti il trasferimento dei fondi ai soggetti realizzatori”. La liquidazione del saldo del 10 per cento, infine, è subordinata, ad attività concluse, alla “...completa rendicontazione attestante il trasferimento di fondi ai soggetti realizzatori”.  

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