Lo hanno proclamato a livello nazionale i tre sindacati di categoria

Stato di agitazione per il rinnovo del contratto dei tessili

A Carpi e in provincia di Modena interessa circa 6 mila lavoratori e 200 aziende del settore

Stato di agitazione per tutto il settore del tessile-abbigliamento italiano: è stato annunciato dai sindacati nazionali del settore Filctem/Cgil, Femca/Cisl, Uiltec/Uil a sostegno del rinnovo del contratto nazionale di lavoro fermo da quasi un anno e mezzo. A Modena e provincia interessa circa 6 mila addetti presenti sul territorio provinciale e in particolare sul distretto di Carpi, distribuiti in circa 200 aziende tra cui le più importanti  sono Giorgio Armani Operations (GAO), Twin Set, Gaudì, Liu Jo ed altre.

 

"È stato annunciato lo stato di agitazione dei lavoratori dell’industria del tessile abbigliamento - recita una nota diramata a Roma dalle centrali sindacli -. A deciderlo, la delegazione trattante unitaria per il rinnovo del contratto nazionale, al termine della riunione con le controparti. La mobilitazione prevede il blocco di tutti gli orari di lavoro straordinario e di tutte le flessibilità, con iniziative di protesta che saranno sviluppate e decise a livello territoriale".

“Lo stato di agitazione – dichiarano i tre segretari nazionali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, rispettivamente Sonia Paoloni, Raffaele Salvatoni e Daniela Piras - si è reso necessario dato lo stallo in cui versa la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, sia sulla parte normativa che su quella economica. Dopo quasi un anno e mezzo dalla scadenza del contratto nazionale di lavoro, con una pandemia che ha fortemente messo in crisi tanti lavoratori e le loro famiglie, riteniamo che la ripresa del settore passi anche attraverso il rinnovo di questo importante contratto, che interessa 450 mila addetti e che può sicuramente favorire la ripresa sostenendo l’intero sistema della moda con le sue filiere. Non possiamo accettare che i lavoratori del Tessile Abbigliamento siano considerati di serie B, e che debbano aspettare un anno e mezzo per il contratto. Anche perché lavorano in un settore che resta una colonna portante del Made in Italy e che presenta una bilancia commerciale positiva. È quindi urgente - hanno concluso i tre segretari nazionali - assicurare loro in tempi rapidi un contratto moderno, dignitoso, innovativo".

(Nella foto: i dipendenti della Riese di Carpi da tempo in agitazione sindacale per le incerte prospettive del loro futuro occupazionale)