Il commercio, un valore che non passa di moda
Trent’anni in Ascom Confcommercio, percorrendone tutti i gradini, dall’assunzione come giovane receptionist e centralinista alla successiva condirezione della sede di Finale Emilia (“Ai confini dell’impero”, scherza), poi alla responsabilità provinciale dell’Ufficio credito e, infine, in questi giorni, alla Direzione della zona di Carpi dell’Associazione, di cui era già il Vicedirettore, su designazione del Presidente provinciale, Tommaso Leone. A 51 anni, Andrea Baraldi è subentrato nel ruolo che è stato per 13 anni ricoperto da Massimo Fontanarosa, divenuto a propria volta coordinatore provinciale delle sedi territoriali. «Una scelta di continuità – commenta lo stesso Baraldi –, senza scossoni e nella linea del mio predessore e del gruppo dirigente in fatto di rappresentanza sindacale e servizi. Ci arrivo in un momento molto delicato in cui parlare di commercio sembra perfino anacronistico, mentre occorre guardare al commerciante in modo diverso, sottraendolo all’etichetta del bottegaio e considerandolo per la sua valenza sociale»
Ma lei, Baraldi, come si sente: più uomo di servizi o sindacalista?
«Sono stato l’uno e l’altro. Ho una vocazione pragmatica, da tecnico che punta a cose tangibili e di effetto immediato. Il mio ruolo è subordinato al Presidente e al Direttivo, che sono imprenditori del commercio: tutti i Direttori di zona hanno dunque precise responsabilità nella gestione dei servizi ai commercianti e in generale alle partite Iva. Siamo una struttura di 18 persone che fornisce servizi di contabilità ordinaria e semplificata, tenuta paghe, nonché fatturazione elettronica e corrispondenza per via telematica che ci hanno obbligati a investimenti tecnologici per stare al passo con i nostri utenti»