Due scenari economici per il dopo Covid
Il mondo, fortunatamente, non finirà con il Covid-19. È vero che al momento ne stiamo attraversando la fase più tragicamente buia e il primo imperativo che si impone, oltre che nei pensieri delle famiglie, anche nelle sfere governative e istituzionali, è quello di superare l’emergenza sanitaria. Ma le preoccupazioni riguardano anche il futuro. Lo sanno bene quei genitori che si stanno interrogando sulle prospettive dei propri figli. E lo sanno bene anche nelle stanze di chi ci governa, nelle quali si sospetta che vi siano state molte indecisioni anche con l’emanazione dell’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che ha dovuto destreggiarsi fra l’impellenza drammatica del qui e ora sanitario e la preoccupazione di non azzerare un sistema produttivo già profondamente provato, scosso dalle fondamenta e dove le filiere industriali sono strettamente intrecciate. Non sembri dunque fuori luogo rendere note alcune proiezioni effettuate dal Cerved sul futuro immediato dell’economia italiana che qui riproduciamo anche per dare un’idea dello sforzo che attende il Paese a tutti i livelli e nel quale una parte decisiva dovrà essere recitata dalla spesa pubblica, intesa come Governo italiano e Unione europea, a sostegno di famiglie e imprese. Nella linea di quel drammatico “fate presto” che il sindaco Alberto Bellelli non manca di ripetere in ogni suo messaggio. Anche perché è solo dando certezze e garanzie sul dopo che ora si possono chiedere alla popolazione sacrifici e rinunce a diritti fondamentali, ottenendone la piena e disciplinata osservanza.