L’assessore ha annunciato una piattaforma per la filiera e ha espresso apprezzamento per il Progetto Carpi

Colla: rilanciamo i distretti regionali della moda

“Convocherò a breve le associazioni imprenditoriali, le organizzazioni sindacali e i sindaci dei Comuni dei distretti regionali della moda e del calzaturiero per predisporre insieme una piattaforma per programmare un rilancio di questa importante filiera”. Lo ha annunciato nei giorni scorsi Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico, all’incontro del Tavolo per l’imprenditoria della Romagna faentina.

Colla ha anche espresso approvazione per il Progetto Carpi redatto dai quattro consulenti (Paola Ruggiero, Franco Mosconi, Massimiliano Panarari e Giovanni Carrioso) incaricati dal Comune di tracciare le linee per una possibile fuoriuscita del settore tessile-abbigliamento dalla crisi, aggravata dalla pandemia.

“Ho molto apprezzato il lavoro che è stato realizzato con il Progetto Carpi, coinvolgendo insieme al tessuto economico e sociale del distretto anche importanti economisti e sociologi come Mosconi e Panerari, così come le analisi elaborate dai territori di San Mauro Pascoli e di Rimini – ha dichiarato l’assessore regionale ­–. L’idea di investire nell’economia della conoscenza come base per riprogettare il sistema produttivo e garantire una tenuta sociale, ad esempio, è anche la prima direzione che come Regione ci siamo dati per uscire prima e meglio dalla crisi, come abbiamo scritto nel Patto per il Lavoro e per il Clima. Di sicuro quelle analisi e considerazioni saranno utili alla discussione che intendiamo fare, per creare una piattaforma capace di rilanciare la filiera del fashion, anche facendo alleanze con altre regioni, posizionandoci in relazione al Governo e ai nuovi strumenti di finanziamento”.

 

Colla ha sottolineato le enormi difficoltà che il settore moda sta vivendo in questo momento. “Quella del tessile, abbigliamento e calzaturiero è una filiera fondamentale per l’economia regionale e oggi è particolarmente in difficoltà a causa della pandemia – ha affermato –. I segni meno davanti ai numeri di crescita, fatturato, ordinativi e occupazione ci dicono che questo è il settore manufatturiero più colpito dalla crisi, proprio mentre sta vivendo un grande cambiamento inedito per la filiera, anche in un’ottica green, che riguarda i materiali, i filati, la conceria (…). Quella filiera va rilanciata non solo perché è un settore fondamentale dell’economia emiliano-romagnola che porta la bellezza, la creatività e il made in italy nel mondo, ma anche perché lì sono coinvolte tante aziende artigiane caratterizzate da una forte presenza femminile”.