Fra le categorie, in vista del voto, per tornare alla politica delle cose - 2

Cavicchioli (Lapam): recuperare il nostro modello d'impresa

'È quello dell'impresa piccola e media, sacrificato alle regole sottoscritte con l'Europa che penalizzano l'economia del paese. Per questo si chiede alle forze politiche di fare squadra. Anche a Carpi.'

Quando dice che “...fare rappresentanza oggi è difficile, perché a livello nazionale e mondiale i corpi intermedi, si chiamino associazioni di categoria o partiti politici, hanno purtroppo perso di peso”, si capisce subito lo snodo dei ragionamenti di Riccardo Cavicchioli. Direttore commerciale della Nuova Cavicchioli imballaggi, amministratore delegato di Energetica, presidente di Confartigianato Lapam dal 2017, Cavicchioli spiega il concetto intorno al quale ruota la sua visione anche dei problemi della città per i quali lo abbiamo interpellato in vista della scadenza elettorale: «Tutto si sta concentrando al vertice, anche a livello economico. Ed è il limite strutturale che fa sì che il modello italiano stia perdendo colpi. Non perché siamo diventati deficienti da un giorno all’altro, ma perché abbiamo sottoscritto per troppi anni regole che non erano per il nostro modello di impresa». 

Per esempio? 

«Ne scelgo uno che si ripercuote anche sulla nostra città: le logiche del credito e le banche. Per come sono stati concepiti dall’Europa non vanno assolutamente bene per le nostre imprese medio piccole. Tanto è vero che Basilea 3, per un’azienda del tessile comporta sempre un tot di punti in meno rispetto ad altri soggetti. Quando un governante italiano va a firmare accordi a Bruxelles non dovrebbe dimenticare che  il modello che lui ha dietro non è quello di altri stati dell’Unione. E questo lo subiamo molto sul tessile: la mancanza di credito per questo taglio di aziende e per questo settore ha fatto sparire molte realtà imprenditoriali» 

Come Lapam, ultimamente, vi siete trovati più volte con i rappresentanti delle varie forze politiche. Che cosa avete ricavato da questi incontri? 

«Li abbiamo incontrati quasi tutti e si sono dimostrati molto volenterosi. La cosa che fa un po’ sorridere è che ci sono tante cose sulle quali sarebbero quasi tutti concordi, condividendo il modo di vedere il futuro di Carpi. Dopo di che, quando si arriva alla fase operativa tutto si complica. Del resto, già con l’attuale governance si erano create certe aspettative in qualche caso andate a buon fine in qualche altro ampiamente deluse» 

Vediamole. 

«In positivo direi Moda Makers e una rivitalizzazione del centro per il quale si è cercato un modo, giusto o sbagliato che sia, di fare qualche cosa. In negativo resta il nodo strategico della viabilità: fatta la rotonda di via Guastalla, restano però problemi ancora più urgenti» 

Uno su tutti? 

«Tutta la logistica legata all’uscita dall’A22, un tema sollevato in più occasioni»  

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