Mega cinema in piazza: vincono nettamente i favorevoli

Si è concluso con un 92 per cento a favore e un 8 per cento contrario su un totale di 1.451 voti il sondaggio via social sull'ipotesi di un mega cinema all'aperto, l'estate prossima, in piazza Martiri. Risultato scontato, si dirà: lo si coglieva anche dal tenore della netta maggioranza dei commenti, decisamente favorevoli. La proposta non era formulata come un piano di fattibilità tecnico finanziaria, come avrebbe preteso qualche utente della pagina facebook di Voce. E non era ispirato dal Comune e da nessun altro che non fossero appassionati di cinema che ritengono assolutamente inadeguata la sede dell'antistadio che ha ospitato le rassegne di "Tenera è la notte”, peraltro resa inutilizzabile dal protrarsi del campionato di calcio del Carpi. La difficoltà di trovare una collocazione alternativa – non  piacciono né San Rocco, per i noti problemi di audio, né l'idea di ritornare in qualche parco di scuola periferica – ha spinto a puntare in alto, immaginando che Carpi, con indubbio beneficio di immagine, potesse diventare la sede del più grande cinema d'Italia. Una dimensione, quella di piazza Martiri, che darebbe nuovo smalto anche a pellicole viste e riviste, ma che sono rimaste nell'immaginario di intere generazioni e che, riproiettate in una dimensione maxi, tornerebbero a coinvolgere tanti, trasmettendo emozioni e sollecitando ricordi. Esattamente come la musica.

Le obiezioni tecniche ci stanno tutte, ma non quella che la visione possa essere disturbata dai rumori di fondo (chiunque abbia avuto modo di assistere alle proiezioni in piazza Maggiore, a Bologna, se ne è reso conto). Né che abbia costi inarrivabili, anche lasciando l'ingresso gratuito e disciplinato solo con transenne e contromarche, come per FestivalFiloosofia, perché la pubblicità sul mega schermo darebbe introiti sicuri. E non regge neppure l'obiezione di principio di una “occupazione” della piazza, che appartiene a tutti, con una funzione che interesserebbe solo a qualcuno: obiezione sollevata magari dagli stessi che sostengono di non andarci, in piazza, perché perennemente occupata da immigrati. La transitabilità e la fruizione del luogo sarebbero comunque garantite e il cinema è arte universale: ognuno ci ritroverà sempre un po' di se stesso.

 

 

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