Diversi riferimenti a Carpi nella grande mostra di Urbino curata da Sgarbi

Lo splendore delle corti tra Raffaello e Castiglione

È stata inaugurata al pubblico, che si spera possa essere numeroso nonostante le restrizioni imposte dal Covid- 19, la mostra che Urbino ha voluto dedicare a uno dei suoi più illustri figli: Raffaello Sanzio, nel cinquecentesimo anniversario della morte. Dopo la grande rassegna alle Scuderie del Quirinale (anch’essa ha riaperto i battenti dopo la sospensione dovuta alla pandemia), quella di Urbino, città natale di Raffaello, si propone come una mostra di grandissimo spessore (c’è lo zampino organizzativo di Vittorio Sgarbi, che quando non si abbandona al suo carattere iroso è pur sempre un grande intenditore d’arte) essendo peraltro incentrata oltre che sull’opera artistica dell’urbinate, anche, più in generale, sul Cinquecento cortese, degnamente rappresentato dalla raffinata corte dei Montefeltro e immortalata nel “Cortegiano” di Baldassarre Castiglione, pubblicato a Venezia nel 1528.

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