La video intervista del fotografo carpigiano sul Foglio

Un anno di Covid nelle foto di Francesco Cocco

“Volevo capire cos'era il virus. Volevo capire quali erano i suoi effetti”. Così il fotografo carpigiano Francesco Cocco spiega in una video intervista pubblicata sull’edizione online de Il Foglio, l’obiettivo di una serie di servizi fotografici scattati all’interno degli ospedali italiani in quest’anno di pandemia.

Il fotografo dell’agenzia Contrasto cerca di raccontare il dolore invisibile dei medici in corsia, la sofferenza dei pazienti e la lotta al coronavirus dentro i presidi ospedalieri. “La mia intenzione – sottolinea Cocco – era semplicemente provare a creare un lavoro che fosse un archivio, una memoria del lavoro degli operatori sanitari per cercare di salvare delle vite”. Medici, infermieri, operatori che sono le "sentinelle del nostro tempo", dice Cocco, perché hanno dedicato tutto il loro, di tempo, e le loro energie a noi. 
 

“Andando dentro quei luoghi – racconta il fotoreporter – ho capito perché le persone tendono a rimuovere situazioni così dolorose. A dimenticarle. Nel corso della mia carriera sono stato in zone di guerra. Questa contro il coronavirus non è una guerra, anche se ci sono delle analogie. Ho provato ansia più che paura e una grandissima tristezza, legata al vedere le persone intubate per la trachea, bloccate per ore in posizioni scomode. Ho sempre impostato il mio lavoro sull'ossessione che ho per le persone, sull'empatia. La cosa nello specifico che mi dava più tristezza in questo caso era il fatto di non potere toccare le persone. Quando uscivo da quei luoghi sembrava che la vita continuasse come prima, c'era quasi un senso di indifferenza”.

Cocco ha ammesso che non è stato facile fotografare nei reparti Covid, “… ma volevo che le persone vedessero ciò che c'è in quelle sale di ospedale. E ho usato il bianco e nero – conclude – perché ho sempre pensato fosse più immediato”.