“L’uomo del labirinto” all’Eden caso cinematografico dell’anno

Anche lo spettatore nel labirinto di Carrisi

Un film di genere che può ambire tranquillamente alla qualifica d’essai. “L’uomo del labirinto” è la seconda prova da regista di Donato Carrisi, scrittore di thriller da tre milioni di copie nel mondo e che l’anno scorso con il lungometraggio dal titolo “La ragazza nella nebbia” (anch’esso tratto dall’omonimo romanzo) si era già aggiudicato il David di Donatello. Carrisi ha assoldato ancora nel cast Toni Servillo, questa volta nei panni di Bruno Genko, un investigatore privato che lavora nel recupero crediti ma che, come ultimo caso prima di morire a causa di un’infezione cardiaca, prova a catturare il mostro che quindici anni prima aveva rapito una ragazza. Quello di Samantha Andretti (interpretata dalla giovane e talentuosa attrice Valentina Bellè) è un suo vecchio caso, un incarico che non aveva mai portato a termine, quindi è l’occasione per rimediare, dato che la ragazza è riuscita a scappare dal suo rapitore che però non è mai stato catturato. Ma Samantha non ricorda niente di ciò che le è successo e, per questo, viene incaricato il dottor Green, interpretato nientemeno che da Dustin Hoffman, un profiler fuori dal comune che dovrà cacciare il mostro, esplorando la mente della vittima. Infatti è dentro i ricordi di Samantha che si celano gli indizi in grado di condurre alla cattura del suo carceriere, il cosiddetto “uomo del labirinto” che indossa una strana maschera da coniglio con occhi rossi a forma di cuore. 

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati