Eventi

A Concentrico ‘’C’era una volta la guerra’’, lo spettacolo teatrale di Emergency che vuole educare all’utopia

Sabato 15 tocca invece a Elio Germano e Theo Teardo

Dopo i successi delle prime serate (da applausi il Don Chisciotte itinerante del Teatro dei Venti che ha coinvolto centinaia di spettatori piccoli e grandi da corso Roma al parco della Resistenza, ma anche piccole perle di drammaturgia come Gli Altri di Kepler 452 e Apocalisse Tascabile di Niccolò Fettarappa), Concentrico si appresta ad abbracciare due degli spettacoli più attesi di questa rassegna 2024 del festival. 

Venerdì 14 alla Cappuccina (ore 21) arriva "C’era una volta la guerra", spettacolo teatrale prodotto da Emergency Ong Onlus, interpretato da Mario Spallino, per la regia e drammaturgia di Patrizia Pasqui. Sabato 15 (ore 22,30) tocca invece a Elio Germano e Theo Teardo con il loro "Il sogno di una cosa", opera di parole e musica di Pier Paolo Pasolini.

(segue)

 

C'era una volta la guerra

(venerdì 14 ore 21)

In un atto unico di 75 minuti si susseguono fatti, personaggi, riflessioni, dialoghi e canzoni che cercano di ripercorrere la storia di questi ultimi decenni e mostrare che la guerra non è inevitabile. L’orologio dell’Apocalisse - il Doomsday Clock, è stato ideato dagli scienziati della rivista del Bulletin of Atomic Scientists nel 1947 per mostrare metaforicamente una ipotetica fine del mondo. Di fronte a tutto questo, C’era una volta la guerra è un titolo che potrebbe sembrare un’utopia. ‘Utopia’ non è una parola adatta soltanto ai sognatori, ai poeti o ai pazzi. Non significa fuga dalla realtà, ma capacità di immaginare qualcosa che non c’è ancora, rendendola possibile. A dimostrarcelo sono le vite di alcune persone, più o meno conosciute, che negli anni hanno saputo inceppare il meccanismo della guerra, “per un futuro che tenga conto dell’umanità”. Attraverso la voce di Mario Spallino, accompagnata da musiche e canzoni originali di Guido Tongiorgi, le loro storie prendono vita sulla scena per ricordarci che uomini e donne possono, con le loro scelte, compiere azioni straordinarie.

(segue)

Il sogno di una cosa

(sabato 15 ore 22,30)

Pier Paolo Pasolini in una versione di parole e musica. Pasolini ci parla delle persone che dall’Italia del secondo dopoguerra, stremate dalla povertà, sono scappate attraversando illegalmente il confine per andare in Jugoslavia. Una sorta di rotta balcanica al contrario attraverso il medesimo confine che i profughi in fuga percorrono per venire in Italia. Forse lo abbiamo dimenticato, ma non molto tempo fa, eravamo noi a ricorrere ai passeur. Tre ragazzi friulani affrontano il mondo: l’indigenza delle origini, l’emigrazione, le lotte politiche al rientro in patria, fino all’integrazione nella società borghese del boom economico. Desiderano la bella vita in un paese straniero, tornano e maturano una coscienza politica, sognano la rivoluzione. Finiscono per piegarsi ai compromessi dell’età adulta fino a morirne. Il sogno di una cosa è il primo esperimento narrativo di Pasolini, scritto di getto negli anni del dopoguerra ma pubblicato solo nel 1962, risulta essere al tempo stesso il romanzo d’esordio e di conclusione della stagione narrativa di Pasolini.