Un racconto di Carlo Rossini

Nella memoria del presepe

Nel giorno più buio dell’anno, già i sacerdoti egizi, celebravano il rito della nascita del sole, nel tempio di Eliopoli. Uscivano a mezzanotte, annunciando al popolo che la vergine Mut aveva dato alla luce il dio Amon Ra.Un simbolico infante definito sovrano dell’intero creato. Era la festa dedicata al trionfo della luce sulle tenebre. Il natale del dio sole producevala solennità più importante degli antichi romani. Nel 274 d.C., per disposizione dell’imperatore Aureliano, il 25 dicembre divenne il Dies Natalis SolisI nvicti. I Celti festeggiavano Alban Arthuan (solstizio d’inverno). Credevano fosse un periodo di crescente fertilità. Il giorno prima accendevano un ceppo che ardeva per dodici ore, in onore della grande dea madre. Appendevano a un abete, numerose decorazioni colorate a reverenza degli astri, della luna, del chiarore del sole e delle stelle, e a ricordare le anime dei loro cari deceduti nel corso dell’anno.Il giorno della nascita di Gesù Cristo non è certo. Secondo varie coincidenze, e la maggioranza degli storici, potrebbe essere avvenuta tra febbraio e marzo. Con l’intento forse di mitigare le disuguaglianze sociali dei primi cristiani, pressoché al servizio degli agiati romani, Papa Liberio nel 354 (80 anni dopo l’editto di Aureliano) assimilava la loro festività più importante fissando il 25 dicembre data ufficiale del Natale di Gesù di Nazareth. Lontani gli echi imperiali romani, il Natale in prosieguo si consolidò solo festa dei cristiani.

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