Focherini Santo? I beati di Carpi avvezzi all'attesa

Le perle che don Ermenegildo Manicardi, vicario generale della Diocesi, ha estratto dalla propria sconfinata cultura storica e teologica hanno tenuta avvinta, sabato mattina, la platea dei giornalisti convenuti nella sala riunioni della Fondazione Fossoli all’incontro con l’amministratore apostolico e arcivescovo di Modena, don Erio Castellucci, per la ricorrenza della festa di San Francesco di Sales, il loro patrono. Perle di sottigliezza teologica e perle di aneddotica storico ecclesiale. Come quando, alla domanda del perché Odoardo Focherini, il cui nome scandirà molti eventi di questo 2020 celebrativo del 75esimo della scomparsa, tardi tanto a passare dalla condizione di beato a quella di santo, ha risposto che “...i nostri beati (nel senso di carpigiani, ndr) sono abituati a restare beati”. Con lunghe attese, se si pensa a quanto accaduto a San Bernardino Realino, carpigiano appunto, anche se vissuto quarant’anni a Lecce dove è sepolto, proclamato santo solo nel 1947, quando la condizione di beato gli era stata riconosciuta poco dopo la morte, avvenuta nel 1616. In compenso, Odoardo Focherini sarà al centro della prossima festa del Patrono, in particolare con un importante convegno, il 23 maggio, in Cattedrale. Il titolo assegnato all’evento con patrocinio comunale (“Ho ricordato al Sindaco che non è Dorando Pietri, ma Focherini il più illustre cittadino di Carpi” ha precisato don Manicardi) sarà “Il tempo di Odoardo Focherini e la società di oggi: uomini che fanno comunità e popolo”. Un titolo dove si coglie un notevole sforzo di attualizzare. Dal canto suo don Castellucci, che pur davanti a una sala che riuniva operatori della comunicazione delle due Diocesi sotto la sua guida ha lasciato molto spazio ai connotati carpigiani dell’incontro, ha collegato il ricordo di Focherini al tema della memoria e della narrazione, sul quale si impernia il messaggio di papa Bergoglio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.