Nuovo sciopero dei lavoratori domani, 5 maggio, con presidio davanti alla sede

Carpi, Manifattura Riese (Navigare) verso la liquidazione

Nei prossimi giorni Manifattura Riese sarà posta in liquidazione. Lo hanno comunicato i legali e i consulenti dell’azienda carpigiana nel corso di un incontro con sindacati e Rsu.

La Manifattura Riese, a cui fa capo il marchio di sportswear Navigare, conta 83 dipendenti (per la maggior parte donne) dei quali la metà operanti nei vari punti vendita sparsi in tutta Italia. Da circa 5 anni in azienda è subentrato come socio di maggioranza il fondo di investimento Consilium. Quattro mesi fa ha lasciato la storica sede di Rio Saliceto per trasferirsi a Carpi in via Copernico 2 (leggi qui), nello stabile che fino a qualche mese fa ospitava l'azienda di accessori moda Ulisse, trasferitasi in un altro edificio in via Franklin, sempre a Carpi. 
 

Manifattura Riese, come molte aziende del settore, versa in una crisi produttiva rilevante, alimentata dalla prolungata chiusura dei negozi a causa del Covid.

Da tempo girava voce che l’azienda da alcune settimane avesse intrapreso trattative per la propria cessione ed i lavoratori stavano esercitando una certa pressione affinché la direzione aziendale si decidesse a fornire maggiori informazioni, tanto da proclamare uno sciopero con presidio davanti ai cancelli nella mattinata del 27 aprile (leggi qui). La notizia della liquidazione quindi è arrivata come un fulmine a ciel sereno.
 

I sindacati Filctem Cgil e Filcams Cgil hanno chiesto immediatamente l’apertura di una trattativa presso l’assessorato regionale al Lavoro. “Non siamo affatto convinti che questo sia il vero epilogo della vicenda e gli stessi lavoratori – scrivono i sindacati in un comunicato stampa –, informati subito dopo l’incontro si dicono sconcertati e delusi. Troppi interrogativi e troppi dubbi gravano su questa scelta che parrebbe atta esclusivamente a mettere fuori gioco le maestranze. Non è infatti ipotizzabile che a circa 100 giorni dall’inaugurazione in pompa magna della nuova sede carpigiana, ovvero nel polo industriale tra i più importanti d’Italia del settore abbigliamento/moda, si decida di sopprimere un marchio che da 61 anni ha saputo conquistare una interessante fetta di mercato. Non risulta che l’azienda abbia particolari problemi finanziari – proseguono –, tanto che ha dichiarato di voler procedere ad una liquidazione in bonis. Tutto ciò fa presupporre scenari che hanno come unico scopo quello di salvare un marchio ai danni di 83 famiglie”.

I lavoratori chiedono chiarezza sul futuro dell’azienda e, insieme ai sindacati Filctem e Filcams Cgil, hanno proclamato per domani mercoledì 5 maggio, altre quattro ore di sciopero con presidio dalle 9 alle 13 davanti ai cancelli dell’azienda.