L'incastro: breve storia dei sottopassi ferroviari a Carpi. La scomparsa di Luciano Lanzoni

Stesse notizie, oggi, sulle pagine carpigiane di Carlino e Gazzetta, solo invertite per ordine di importanza. La Gazzetta privilegia come apertura l'immagine – che qui riprendiamo dal post di un lettore ­– del furgone che è andato a incastrarsi – per fortuna senza conseguenze per il conducente – nel sottopasso ferroviario di via Pezzana, ripresa dal Carlino, a fondo pagina. Non è un evento nuovo, soprattutto da quando sono state rimosse le lamine quadrate metalliche disposte a ponte e segnate a strisce bianche e rosse che precedevano le rampe avvertendo i mezzi in transito circa la misura dell'altezza tollerata. A forza di urti e di mancate manutenzioni, quelle lamine – che non hanno impedito che qualcuno, ignorandole, si andasse ugualmente a incastrare – sono sparite poco a poco e mai più sostituite. E così accade di frequente che, ignorando o sottovalutando il segnale dell'altezza massima, qualche conducente, magari non del posto, provochi l'incidente che, come è accaduto ieri, blocca il traffico della zona. Inducendo anche i giornali a interrogarsi sulla solidità del manufatto, dopo i tanti urti subiti e anche se i treni continuano tranquillamente a transitarvi sopra.

 

Dovrebbe esistere comunque un senso di colpa collettivo della città, condiviso dalle Amministrazioni comunali degli anni Settanta e Ottanta, sul motivo per cui non funzionano i due soli sottopassi ferroviari realizzati in città: l'uno, quello di via Pezzana, perché troppo basso; l'altro, in via Lucrezio, perché si allaga pericolosamente a ogni pioggia intensa ed è piuttosto decentrato e poco funzionale alla viabilità cittadina.  Si trattò in entrambi i casi di surrogati, di soluzioni di ripiego e alternative, per via Pezzana all'impossibilità di varcare la ferrovia al passaggio a livello di via Roosevelt; e per via Lucrezio alla sollevazione dei residenti contro il progetto di un sottopasso in via Due Ponti. I timori dei residenti che i sottopassi generassero traffico di attraversamento, rendendo invivibili i due quartieri, furono subito accolti dalle Giunte dell'epoca che decisero sì, di andare avanti con i due attraversamenti, ma di realizzarli in forma contenuta, al risparmio. Strutture light, insomma. La formula adottata fu quella di "sottopassi di quartiere”, al servizio cioè solo della zona in cui sorgevano e non più dell'intera città. Per cui non c'è da stupirsi che qualcuno che non sia della città, prendendoli invece per infrastrutture portanti, finisca per incastrarsi. Nel caso di via Lucrezio, invece, il rischio maggiore è quello di non trovarlo. O, avendolo trovato in un giorno di pioggia, di finire dentro il piccolo lago che vi si forma puntualmente.

 

Il Carlino preferisce aprire invece con la notizia, riferita dall'altro quotidiano di taglio basso, della morte del missionario laico Luciano Lanzoni, portato via dal Covid in Madagascar dove era in missione da una trentina d'anni per conto dell'Istituto dei Servi della Chiesa di Reggio Emilia. Era un uomo solare, sorridente, aperto e pronto ad aiutare tutti, Luciano Lanzoni, un laico nel pieno senso del termine, nel senso anche della sua libertà e autonomia rispetto alle gerarchie. Il Carlino riferisce delle sue ultime ore, con il ricovero all'ospedale di Manakara dove la somministrazione di ossigeno, per quanto razionato nel paese africano, gli aveva portato anche un certo miglioramento, così da permettergli di inviare un saluto agli amici in Italia. Poi l'improvviso peggioramento che ha reso inutile anche il trasporto in altro ospedale. Di contorno, anche altre notizie condivise: l'arrivo lunedì a Carpi del Ministro della Salute, Roberto Speranza, per apporre il proprio sigillo all'Accordo di programma che lega Comune, Ausl, Provincia e Regione al progetto del nuovo ospedale di Carpi; l'individuazione da parte dei carabinieri della donna di 31 anni, modenese, ritenuta la possibile autrice del furto di un costoso Rolex sottratto nel maggio scorso a un anziano di Rolo in visita alla figlia a Carpi.