La missione cinese di Giorgia Meloni vista dall'agenzia americana Bloomberg

Scrive Donato Paulo Mancini per l'agenzia Bloomberg: «Giorgia Meloni aveva bisogno di voltare pagina rispetto alla decisione dell'Italia di ritirarsi dall'iniziativa Belt and Road della Cina - e in linea di massima il primo ministro ci è riuscito durante la sua visita a Pechino. Nel 2019, l'Italia è diventata l'unica nazione del Gruppo dei Sette a firmare per la colossale impresa infrastrutturale che avrebbe visto la Cina costruire e finanziare ferrovie, autostrade e porti in tutto il Paese. Gli Stati Uniti si sono allarmati e hanno giudicato questa cosiddetta nuova via della seta come un'ulteriore prova della prevaricazione geoeconomica della superpotenza rivale». segue

«Quando la Meloni è salita al potere – continua l'articolo –, ha subito ricevuto pressioni per scegliere da che parte stare e lo ha fatto: ha scelto i tradizionali alleati occidentali dell'Italia. Così, a sette mesi da quel fatidico momento diplomatico, la leader italiana è scesa dall'aereo presidenziale, tenendo per mano la figlia Ginevra, e si è diretta verso un incontro ad alto rischio con il presidente cinese, dopo aver visto come se la sono cavata il francese Emmanuel Macron e il tedesco Olaf Scholz. La visita di Macron nell'aprile 2023 è stata criticata per l'eccessivo avvicinamento a Xi e per un commento su come l'Europa dovrebbe resistere a diventare “vassalla” dell'America. Scholz non ha avuto molto da mostrare dal suo viaggio all'inizio di quest'anno, dato il volume del commercio bilaterale, che con oltre 200 miliardi di dollari l'anno scorso ha superato il commercio di Francia e Italia con la Cina messe insieme. Una misura del successo della Meloni è data dal resoconto dell'evento da parte dei media statali cinesi. Sono stati entusiasti della sua proposta di fare dell'Italia un intermediario. L'Italia – cocnlude il servizio – può essere al di sopra delle sue possibilità, ma la Meloni dovrà stare attenta a non giocare troppo la sua mano».