Ventenne avvisato mezzo salvato

Ok, confesso: io ‘sta roba dei 30 non riesco a buttarla giù. Mi ci vorrebbe un beverone di Pepsi Cola, Alka-Seltzer, e Mr. Muscolo Idraulico Liquido per digerirla.
Eppure li ho sempre presi impietosamente per il culo quelli che ci passavano prima di me. Certo, a quel tempo, io ne avevo soltanto venti. Dal basso dei vent’anni tutto è possibile. Giri il collo a 360, fai la dieta dissociata a base di fritti e carboidrati senza prendere un etto, dormi un’ora sul sedile posteriore dell’auto e riesci a svegliarti con lo sguardo riposato.
A vent’anni si vive nelle beata convinzione di essere una rock star in tournée per il mondo. Non ci sono regole, non ci sono limiti, non ci sono sovrastrutture. A vent’anni vivi e basta.
Ma il tempo non perdona e così succede che ti distrai un attimo e sono già passati dieci anni. E che fra sei mesi ne fai trenta.
Chiariamo subito una cosa: non voglio farla tragica eh. Lo so che trenta sono solo trenta, che ho tutta la vita davanti, che mi rimane ancora un oceano di opportunità per realizzarmi in tutto ciò che mi va e blablabla.
Però oh, io da quando ho iniziato ad usare l’anti-age mi sento una persona diversa.
Forse dipende anche dal fatto che adesso i ventenni mi danno del lei. E la cosa disturba eh.
- Scusi, sa dov’è il tabaccaio?
- No, non sono di qua. E comunque dammi del tu, nove anni fa avevo la tua stessa età!
Cioè DaiCazzo.

Io, per principio, do del lei dai 60 in su. O ai datori di lavoro. O al dottore. A tutti gli altri do del tu. Perché mi immagino che un quarantenne, vedendo me dargli del lei, si senta come me quando un ragazzino fa altrettanto. E’ una questione di rispetto. Una forma di cordiale solidarietà, insomma.
Ed è nel mezzo delle mie elucubrazioni, proprio lì, mentre mi stavo convincendo di essere ancora ccciofane, e figa, e prestante, e fanculo i 30, che torno a casa, mi guardo allo specchio e mi accorgo che sono arrivati i primi capelli bianchi. Così mi lancio immediatamente in un impacco colorante a testa bagnata ma quando lo tolgo mi rendo conto che mi si è infiammata la cervicale e che c’ho la sciatica, i broncospasmi e il caghetto. E cado inevitabilmente in uno stato depressivo profondo e irreversibile in stile “Non-c’ho-più-il-fisico” e “Ma-dove-voglio-andare”.
Perché io in questi dieci anni ho subito un tracollo che vai tu a sapere. Del tipo che adesso le notti in bianco le passo con un figlio che vomita sul divano e l’altro con le gengive gonfie, perchè deve spuntare un dentino. E alla seconda notte di fila di sonno mancato sembro The walking dead upgraded version e potrei scambiare un cactus con un barboncino senza alcuna difficoltà.
E io, giuro, se me l’avessero detto dieci anni fa, che mi sarei ridotta così, non ci avrei mai creduto. Il che ha qualcosa di grottesco, perché sembrerebbe sottintendere che fra altri dieci anni somiglierò alla fottutissima Mummia del Similaun e questo mi angoscia-mi spaventa-mi ripugna.
Ora scusatemi, ma corro a fare un maxi ordine online di fanghi snellenti e sieri antiossidanti.
Quanto a voi, se mi incontrate per strada, datemi del tu. E se avete vent’anni non chiedetemi nemmeno. Rivolgetevi a qualcun altro. Che mi fate incazzare e rischiate che vi mandi dal pescivendolo invece che al negozio di tattoo.
Ventenne avvisato.

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