Speculazioni sui cambi

Dal giorno delle elezioni in Germania l’euro ha perso un cinque per cento tondo ton do contro il dollaro. Le spiegazioni sono, al solito, le più fantasiose. C’è chi ha scoperto solo ora che l’America cresce del 3 per cento, quindi più della zona euro (ma questo noi lo avevamo già scritto a metà settembre), c’è chi ha scoperto il decoupling, ovvero la divaricazione delle politiche monetarie tra America ed Europa, ma anche questo era arcinoto.

I fondamentali indicavano con chiarezza che la rivalutazione dell’euro contro il dollaro, in corso da circa un semestre, era solo frutto di speculazioni. Come poteva infatti indebolirsi il dollaro contro l’euro se espressione di un’economia che correva a una velocità maggiore e di una banca centrale che stava progressivamente alzando i tassi di interesse e riducendo gli acquisti di titoli e quindi lo stimolo monetario? L’esatto contrario di quanto sta facendo la Bce che invece continua gli acquisti di titoli, immettendo liquidità nel sistema, mantenendo i tassi a zero o sotto zero. Insomma nulla giustificava il rimbalzo impetuoso dell’euro. E, siccome non si può sfidare la legge di gravità, così come un sasso lanciato in alto sale repentinamente, altrettanto veloce è la caduta, anche sui mercati finanziari. La rapidità del ritracciamento (sei mesi per salire, una decina di giorni per scendere a precipizio), si deve essenzialmente alla chiusura di posizioni speculative, aperte con i derivati. Una perdita di due centesimi in un sol giorno può avvenire solo se si muovono ingenti masse di valuta tramite i derivati. Ipotesi confermata dai grafici: i movimenti, sia al rialzo, prima, che al ribasso, poi, sono sempre avvenuti a un orario preciso, alle 14,30, evidentemente su impulso di sistemi di trading automatici. I grafici, a quell’ora, registrano sempre una candela decisamente sopra la media, indicante il trend della giornata. 

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