Oggi la Merkel parla di Europa a due velocità, ma già nel 1994 i Tedeschi pensavano a una Kerneuropa, ovvero a un Euronucleo, corrispondente all’area di influenza del marco di cui, ovviamente, l’Italia, con la sua liretta continuamente svalutata, non faceva parte.
Il rinnovato asse franco-tedesco, dopo l’elezione di Macron, rischia di riproporre quello schema, allargato alla Francia, ma con l’Italia in bilico, in parte dentro e in parte fuori. Su uno degli ultimi numeri di Limes, la nota rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo, avevo notato, tempo fa, una cartina che riproduceva l’area di influenza tedesca in Europa, colorata in giallo (in rosso invece i paesi che ne erano esclusi). Ne facevano parte, oltre alla Germania, i paesi del Benelux, l’Austria, la Boemia, la Slovacchia, l’Ungheria, la Slovenia (insomma l’antico impero austro-ungarico), Danimarca e Finlandia, con la Francia in posizione fiancheggiatrice.