Inflazione, tra storia e memoria, da Voce mensile di giugno

Argomento impegnativo, l’inflazione, mi sia consentito quindi di iniziare in modo leggero, con una storiella di cui sono debitore al comico Daniele Luttazzi. Dunque un tale, affetto da un male incurabile, decide di farsi ibernare in attesa che venga trovata una cura idonea. Prima di farsi ibernare affida i suoi risparmi a un consulente finanziario affinché li investa a nome suo. Dopo sessant’anni viene risvegliato, curato e guarito. Telefona quindi subito all’ufficio del consulente per conoscere la consistenza del suo patrimonio e parla con il nipote che ricorda il mandato ricevuto dal nonno e comunica l’ammontare, attualizzato: ben trenta milioni di euro. L’uomo, felice, comincia a congetturare come spendere una tale fortuna, quando viene interrotto dalla centralinista che gli ingiunge, per restare in linea: “Per i prossimi tre minuti inserisca un milione di euro”. La barzelletta può sembrare paradossale ma se andiamo a leggere cosa accadde in Germania al tempo della Repubblica di Weimar, forse per telefonare sarebbe davvero occorso qualche miliardo di marchi. Ho visto infatti francobolli dell’epoca che riportavano un valore facciale espresso in miliardi. Questo spiega, come è ben noto, l’avversione degli austeri Tedeschi nei confronti dell’inflazione e delle cicale mediterranee amanti delle politiche monetarie lassiste. Meno noto forse è il metodo adottato in Germania per troncare improvvisamente l’inflazione e la svalutazione della moneta.

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