Il fantasma della patrimoniale

Gli organismi internazionali (OCSE e FMI) hanno scoperto che nel mondo esistono diseguaglianze e hanno trovato la ricetta per eliminarle: le imposte patrimoniali (miele, per i grillini, che potrebbero così agevolmente finanziare il reddito di cittadinanza e far vivere a scrocco mezza Italia, magari con la benedizione di Salvini). In realtà hanno scoperto che il mondo affoga nei debiti fino al collo e l’unico sistema per ridurre il debito è intaccare il patrimonio. Non solo l’Italia, infatti, ma il mondo intero è sommerso dai debiti: in taluni casi, come nel nostro, pubblici, ma nella maggior parte di imprese e famiglie, anche negli stati più virtuosi. Quindi un bel taglio secco ai patrimoni e magicamente si risolvono i problemi dell’indebitamento eccessivo e delle diseguaglianze sociali. A nessuno viene in mente che si potrebbe razionalizzare la spesa programmando il rientro ordinato dal debito, anche solo bloccarla, partendo dal principio che si spende ciò che si può, non ciò di cui non si dispone (come fa d’ordinario il buon padre di fami glia, oggi assai poco di moda). C’è però un piccolo problema che paiono ignorare quanti invocano la patrimoniale qui da noi: le imposte patrimoniali già esistono, sotto falso nome. Sulle attività finanziarie vanno sotto il nome pudico di imposta di bollo (guardate attentamente gli estratti conto trimestrali dei depositi titoli e capirete di cosa stiamo parlando) e, in tempi di rendimenti a zero o sotto zero, intaccano pesantemente i risparmi. 

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