“Faremo le barricate, giù le mani dall’Italia”, intima Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia An. Che è formazione di destra, esattamente come coloro che al di là delle Alpi ne hanno provocato la reazione sdegnata dopo aver fatto capire di considerare di fatto il Sud Tirolo una regione austriacante, quanto meno degna di essere dotata di doppio passaporto. Ci riferiamo ovviamente a Sebastian Kurz, divenuto cancelliere grazie all’alleanza con l’estrema destra nazionalista, populista e xenofoba di Heinz-Christian Strahe, alla quale ha dovuto cedere i ministeri degli Interni e della Difesa. Un po’ più in là, il primo ministro ungherese Viktor Orbàn è da tempo sulle stesse posizioni (populismo xenofobo e muri alle frontiere) a tracciare il quadro di una novella Austria-Ungheria ipersensibile alle questioni di confine. A parte un parce sepultis per l’Unione europea, non è che si voglia dare al caso più importanza di quel che merita. Viene solo da osservare che c’è, fra le destre, una condivisione in materia di xenofobia, barriere anti profughi e populismo che, paradossalmente, le porta però a metterle in contrasto fra loro sulle frontiere, in nome dei rispettivi, inconciliabili nazionalismi. La Grande Guerra si alimentò di questi umori. Vogliamo spazzarli via, prima che ci tocchi risalire sulle pietraie del Carso?
1 Gennaio 2018
Settegiorni VOCE
L'accesso è riservato agli Abbonati
Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo
AccediAccesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale
Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail.
Costo Annuo 29€
Abbonati