Settegiorni, su Voce digitale dell'8 dicembre

Il grido “Viva Verdi”, accompagnato dal lancio dal loggione di volantini con lo stesso slogan – che poi erano  le iniziali di Vittorio Emanuele Re d’Italia – echeggiò nel Teatro alla Scala di Milano in tempi di rivolta contro l’uniformità imposta dall’alto,  di aspirazione alla libertà contro un governo occhiuto e poliziesco sempre  pronto a inasprire le pene, piuttosto che a prevenire i delitti. Ma si era in  età risorgimentale, sul finire degli  anni Cinquanta dell’Ottocento: c’entra nulla con il “Viva l’Italia antifascista”  che si è sentito prima dell’ouverture del Don Carlo del 7 dicembre. 

Carpi apparirà pure piccola  piccola, rispetto ai giochi politici di Modena che vedono ben altri protagonisti, dall’arcigno Gian Carlo Muzzarelli all’eclettico Stefano Bonaccini, si dice, arbitri della scelta del futuro  indaco del capoluogo. Ma intanto ci stanno imitando in fatto di dualismi interni al Pd che potrebbero preludere a Primarie di coalizione. Si parla di personalismi, ma il sospetto è che la tendenza al consolidarsi del numero  due cristallizzi l’anima profonda del Pd attuale, uno e bino. 

A proposito di Primarie: il consigliere  dei Cinque Stelle Eros A. Gaddi  fa sapere di essere deciso a vender cara la pelle. E alza la posta, subordinando la partecipazione alle Primarie di coalizione a un non meglio definito “cambio di rotta” del Pd su temi come “Aimag, Parco Lama, nuovo ospedale, verde pubblico, ciclabili”. Temiamo per lui che non gli arriveranno troppi inviti. E’ stato invece chiaro Sergio  Vascotto, di Carpi Futura, quando  si è detto contrario alle Primarie “perché sarebbero solo espressione dell’inerzia, della debolezza del Pd”:  è sicuro che rischierebbe di vincerle il candidato più Pd che c’è per certi automatismi della Storia.