Settegiorni, su Voce digitale del 25 agosto

A proposito della (presunta) morte di Evgenij Prigozin, sono sempre avvenuti per vie tortuose (“rumorosi e violenti” li ha definiti il Foglio) i cambi ai vertici del potere nella madre Russia, intrisi di quell'“antica barbarie del paese” che Louis de Rouvroy de Saint-Simon attribuiva perfino a Pietro il Grande. Senza risalire ai dubbi che ancora circondano la morte di Iosif Stalin, alla congiura di palazzo che depose Nikita Chruscev o al fallito colpo di stato del 1991 che decretò la fine dell'Urss, basterebbe ricordare il capo del Kgb, Jurij Andropov, divenuto Presidente del Presidio del Soviet supremo e Segretario del Pcus per pochi mesi, morto per una lunga e misteriosa malattia che venne declassate a raffreddore dalle fonti ufficiali. Indimenticabile, al riguardo, la vignetta di Forattini con la bara in piazza Rossa circondata dalla autorità e dalla quale usciva un sonoro "Etciù”.

 

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