Tutti a elogiare la compostezza degli attivisti di Como senza frontiere davanti all’intrusione nella loro sede dei giovanotti di Veneto Fronte Skinheads. Per quel che può valere un’opinione espressa da chi non c’era, non siamo d’accordo. Ci deve pur essere una via di mezzo tra l’arrendevolezza passiva (che brutto vederli assistere umiliati e chini sul foglio alla lettura di quel comunicato) e la reazione violenta che il gruppo neonazi voleva forse provocare. C’è (o ci dovrebbe essere) l’appello al diritto, il reato di violazione di domicilio e l’immediata chiamata dei Carabinieri. La schiena eretta, insomma. Certo, da lontano è tutto più facile.
12 Dicembre 2017
Settegiorni Carpi
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