Settegiorni

“Camere ardenti al freddo da settimane” strillato dalla  locandina di un quotidiano merita il titolo di migliore  della settimana.  In questi giorni, chissà perché, ci è accaduto di pensare  spesso alle alte sfere dello Stato: non i politici, ma proprio  diversi rappresentanti (non tutti, s’intende) della dirigenza  statale. Cercavamo un sostantivo che potesse connotare  tutto un perdurante modo di essere, badando a schivare  problemi e pensando prima di tutto a trarsi d’impaccio. A  evitare, insomma, ogni complicazione che possa nuocere  alla sola cosa che sta a cuore a molti di loro, al di là dell’autorevolezza  delle istituzioni e del prestigio dello Stato: la  carriera. Eccolo, il sostantivo: “badoglismo”, essenza stessa  di un senso dello Stato sacrificato alla salvaguardia dell’Io.  Un po’ del maresciallo Badoglio, quello che si imbarcò  con il re a Pescara mollando nei guai l’Italia intera, c’è  in tutti noi, come voglia di sgravarsi in un colpo solo di  ogni responsabilità. In certi ambienti, però, si nota di più.  Abbiamo i nostri problemi, a Carpi: le Feste hanno  moltiplicato l’abbandono di rifiuti; ci sono i ghetti di via  Unione Sovietica e di via Lago di Bolsena; i ragazzini sfrecciano  in bici sotto i portici; la maleducazione e l’inciviltà  affiorano più che in passato. Visti i citofoni sbudellati, i  graffiti, gli immondezzai nelle strade, gli angoli di spaccio  delle periferie romane nel film “Come un gatto in tangenziale”  abbiamo pensato che abbinare Carpi al degrado,  come usa sui social, ha il sapore delle brioche consigliate  al popolo da Maria Antonietta, al posto del pane.