Settegiorni

Ci sono costanti, nella storia dei movimenti e dei partiti
di sinistra, che si presentano con impressionante regolarità.
Una di queste è l’astio, il vero e proprio rigurgito di
odio nel quale si converte l’amore un tempo nutrito per i
dirigenti, quando i percorsi politici divergano. Da Kautsky
a Bucharin, da Koestler a Silone fino ai socialdemocratici
globalmente intesi, la casistica è infinita. È un residuo di
stalinismo che si è trasferito pari pari al nuovo Articolo
Uno Mdp di D’Alema e Bersani. Convinto evidentemente
di rappresentare chissà quale ortodossia, ha fatto partire
strali feroci all’indirizzo di Maria Elena Boschi e Giuliano
Pisapia, rei di avere familiarizzato nel corso delle festa
dell’Unità di Milano. Se il neonato partitino doveva rappresentare
una risposta al moderatismo centrista di Renzi, al
momento sembra averla trovata soprattutto in una svolta
bolscevizzante. C’è del futuro, insomma.
Cronache dal sito on line Wall Street Italia. Sotto il
titolo “Fondo Atlante in ginocchio: uno spreco da 3,5 miliardi”
si precisa che il fondo, per il salvataggio di Veneto
Banca e Banca popolare di Vicenza ha sperperato l’80
per cento del suo capitale. Il che costringerà le prime sette
banche italiane che vi hanno contribuito a giustificare
in bilancio fino a 536 milioni di euro di svalutazioni. E
infatti il servizio sottolinea come sarà molto difficile che
i sottoscrittori del Fondo Atlante rivedano i loro soldi.
Fra loro, si sa, compare anche la Fondazione Cassa di
Risparmio di Carpi che, per esplicita ammissione dei suoi
vertici, aderì con dieci milioni – interamente versati? – alle
sollecitazioni arrivate da Acri e Governo. È facile, oggi,
fare le previsioni con il senno di poi. Possiamo solo girare
lo sguardo verso la consorella di Mirandola che, a fronte
delle stesse sollecitazioni dall’alto, fece spallucce e disse
di no, senza temere di fare la provinciale.
Arrivo in piazza di maratoneti vestiti come Dorando:
pantaloncini rossi, maglietta bianca, fazzoletto annodato
in testa, numero 19 e aria un tantino sconvolta dalla fatica.
Il cosplay per i podisti visto domenica non era ancora
stato inventato: chissà che non possa diventare un modo
per la Maratona d’Italia di distinguersi e rilanciarsi?
Nota autoreferenziale: dall’1 agosto Voce trasloca da
via Peruzzi a via Catellani, 11, pedonale dietro San Nicolò.
Pochi metri più in là, ma siamo ancora qui. 

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