Settegiorni

E adesso come faremo con il Sindaco che è per Orlando,  e guarda ad alleanze con la sinistra, e il suo Vice  che sta con Renzi e vede solo possibili alleanze al centro,  centrodestra? Saremo il primo Comune italiano a conoscere  lo strabismo amministrativo?  Il periodico diocesano on line di Ancona L’Ancora –  interessato all’evento per la testimonianza portata da  alcuni direttori di periodici cattolici sul terremoto nelle  Marche – riferisce così del convegno sulla ricostruzione  post sisma organizzato dalla Diocesi di Carpi: “A chiusura  della mattinata l’intervento del professor Vittorio  Sgarbi che durante la sua riflessione ha spaziato dalla  fede all’arte”. Quando si dice la sintesi.  Eravamo invitati anche noi cronisti, perché assistervi  consegnava quattro crediti formativi concessi dall’Ordine  dei Giornalisti. E chi rinuncia a quattro punti, comodi  comodi e a portata di mano? Si è imparato poco, però,  su come si debbano trattare i terremoti in tivù, sul web  e sui giornali. Magari, data la cornice cattolica, ci si  poteva aspettare l’ammaestramento di evitare gli eccessi  di cinismo nei quali, pensando molto alla carriera  e meno ai terremotati, si segnalano molti cronisti con  microfono e telecamera. Oppure che ci spiegassero come  far capire al resto d’Italia perché ogni volta i terremoti  scatenano ladrocinii e corruzione, non solo agli alti livelli  ministeriali o imprenditoriali o per la penetrazione  della criminalità organizzata: ci si ritrovano anche i  piccoli, gli organizzatori delle raccolte fondi fasulle, gli  assessori dei paesini che intascano contributi e perfino i  terremotati che si prendono contributi di assistenza non  dovuti. Ci avrebbe incoraggiati a indagare ancora di più  su che cosa sia diventato un paese nel quale le regole  sono sopraffatte dalla certezza del perdono cattolico e  dell’impunità giudiziaria.  Una citazione, per concludere: Gloria Origgi, nel  suo “La reputazione”, sostiene che con i social siamo  passati dal pudore alla spudoratezza, mentre il nostro io  si moltiplica riflettendosi in una quatità tale di specchi  che è difficile mantenerne il controllo. Più la reputazione  cresce, più è difficile gestirla. Ci pensino, i virtuosi della  tastiera: basta un niente per franare dall’Olimpo degli  eletti al baratro degli esclusi. 

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