Settegiorni

Benvenuto al Presidente della Repubblica, Sergio  Mattarella. La cui visita conferma quanto il progetto  memoria possa costituire un fattore attrattivo e di conoscenza  per Carpi, soprattutto quando la città potrà  finalmente contare, nell’ex Campo di Fossoli, su quella  struttura ricettiva per i visitatori che si aspetta da una  quarantina d’anni.  Si vorrebbe però cogliere l’occasione per chiedere a  chi, sui social, alla notizia dell’arrivo di Sergio Mattarella  non ha saputo trattenere un “Chissenefrega” o un più  articolato “Preferisco andare a un museo egizio” o ancora  l’espressione “Per me è un insulto”: e se ve ne infischiaste  e andaste al museo egizio e basta? Che cos’è questa irrefrenabile  frenesia che spinge a farlo sapere urbi et orbi? È  sempre più evidente che la libertà di espressione garantita  dalla democrazia non ha ancora preso le misure dei  social. Del resto, come ha scritto di recente Michele Serra,  la democrazia sta vivendo nel mondo intero una sorta di  eterogenesi dei fini (puntare a una cosa e ottenere l’effetto  opposto). E lo si capisce anche da alcuni esiti: Erdogan,  per esempio, che ottiene una investitura dittatoriale da  un referendum popolare, truccato fin che si vuole, ma pur  sempre referendum; o Trump, che qualche conto aperto  con la democrazia ce l’ha, eletto democraticamente dalla  più solida delle democrazie.  Restiamo sul web. Dibattito sulle trivelle, imperniato  sul timore di terremoti. Spunta una voce fuori dal coro:  ma quali terremoti. Quelli ci saranno sempre: le trivelle,  piuttosto, vanno fermate perché cercano petrolio e il  petrolio è all’origine dei tumori. È quel genere di ragionamento  che induce chiunque abbia un po’ di senso pratico  a chiedersi con angoscia da dove partire per trovare una  qualsiasi soluzione.  Spirano venti di guerra. La grande flotta del Presidente  e Comandante in capo Usa che, diretta verso la  Corea del Nord, si perde nell’Oceano Indiano a 3 mila  500 miglia dall’obiettivo ricorda la fine dell’Invencible  Armada spagnola. L’intento di invadere l’Inghilterra di  Elisabetta I in quell’anno 1588 si risolse in ripetute sconfitte  a opera della flotta inglese e in galeoni sfasciati per  le bufere contro le scogliere di Capo Finisterre. Dopo di  che a Filippo II, il re sconfitto, non restò che ritirarsi nel  monastero dell’Escorial. Sarà soprattutto su quest’ultimo  dettaglio, forse, che Trump marcherà la differenza. 

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