Russia 2018, intesa come una coppa del mondo di calcio, ha preso il via. Non c’è l’Italia e, soprattutto, per quindici giorni, in attesa di fare sul serio, si giocano valanghe di partite per mandare a casa Arabi e Saudite e squadracce europee annoiate dalla vita. Naturale, e dolce, naufragare nel mare dei ricordi...
Estate 1978. I campionati del mondo si giocano in Argentina. Io ho sette anni, abbastanza per farmi trascinare nella trepidazione collettiva degli adulti che seguono la nazionale azzurra di Bettega e Rossi, non a sufficienza per inquadrare correttamente i contorni dell’evento (e, ovviamente, per percepire il dietro le quinte del barnum pallonaro, fatto di dittatura, torture e desaparecidos). Per la notte di Argentina-Italia, partita non decisiva ma elettrizzante del girone eliminatorio, chiedo a mia madre di essere svegliato.