Auguri? No, grazie

Festeggiare il mio compleanno è diventato, negli ultimi anni, pratica più complessa e ricca di incognite di quanto si potrebbe supporre. Io l’ho sperimentato concretamente il 7 aprile scorso, raggiungendo la – per me – veneranda soglia dei quarantasette. Uno si immagina che il proprio genetliaco corrisponda, più o meno in continuità con quanto avvenuto in fase infantile e adolescenziale, a una qualche forma di festeggiamento, familiare o amicale, a pacchi regalo da aprire, a qualche brindisi o aperitivo in più rispetto a quelli che sarebbero consentiti secondo il calendario ordinario. Poco altro. Ma queste considerazioni e aspettative sarebbero valse prima e al netto delle nuove tecnologie, che hanno trasformato il compleanno di ogni singolo essere umano, anche quando ormai stanco ed esaurito, in un evento di dominio collettivo, sul quale e attorno al quale costruire molteplici orizzonti di senso. Narrazioni, come si dice adesso.

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