Sogni

A scorrere la graduatoria dei libri più venduti la scorsa settimana in una libreria di Carpi, nelle prime posizioni compaiono “Divorziare con stile” di Diego De Silva e “Matrimonio di convenienza” di Felicia Kingsley. Non avendoli letti, basiamo solo sui titoli la constatazione che il loro successo, dovuto forse a un pubblico in prevalenza femminile, ci porta molto lontano dall’epoca nella quale le ragazze e le signore di Carpi possedevano il record nazionale di maggiori lettrici di fotoromanzi. A Sogno, Bolero film e Grand Hotel, la miriade di stiratrici, magliaie, modelliste affidavano sogni romantici di unioni meravigliose e di incontri con principi azzurri che avevano i volti, fra gli altri, di Armando Francioli, Raf Vallone, Massimo Serato. Oggi quei sogni si direbbero soppiantati da più realistici calcoli di buone sistemazioni o di convenienti fuoruscite. Viene in mente il parallelo proliferare, cui si sta assistendo, di sartorie e riparazioni al posto delle lavoranti di un tempo. Alla confezione – di maglie e di sogni matrimoniali – è subentrato il rammendo.

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