Metacarpi Social

All’origine del successo pentaleghista molti collocano la “disintermediazione”, termine orribile che però significa una cosa semplice: il tramonto degli intermediari, ovvero di tutti i soggetti – esperti, giornalisti, ma anche medici, professori di scuola, tecnici – che una volta stavano lì a spiegare le cose, ma ai quali la gente non vuole più credere. A partire da politici e partiti, tutti ormai cestinati come casta in nome dell’antipolitica. C’è chi vede, in questo, la responsabilità dei social: trovarsi sul cellulare un Salvini o un Di Maio che ti raccontano le cose, ridotte a spot, dà l’illusione di esserne diretti interlocutori, di poter dire la propria e di essere ascoltati. Solo illusorietà, appunto: perché uno spot non avvicina al potere, semmai ne dà una falsa rappresentazione. Per di più riducendo la complessità al formato di una battuta. Ma è un fatto che la democrazia è stata messa sottosopra, dal mezzo: non gli ha ancora preso le misure, lacerata tra una rappresentanza che non soddisfa più e un simulacro di partecipazione assembleare. Dovrà reinventarsi, la democrazia: e non sarà facile.

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