Quelli che...

Quelli che la Costituzione non si tocca. Quelli che l’abolizione del Senato è una diminuzione di democrazia. Quelli che la riforma costituzionale “è una involuzione autoritaria dello Stato”. Quelli che la riforma di Renzi “è dettata dai mercati e dalle grandi banche d’affari”. Quelli che per la democrazia occorrono una legge proporzionale e un voto “uguale, libero e diretto”. Quelli che con l’abolizione dell’Italicum si aspettavano il voto disgiunto. Quelli che, via l’Italicum, “gli elettori avrebbero potuto scegliere il candidato preferito”. Quelli che l’Italicum avrebbe prodotto un Parlamento di nominati. Quelli che il ballottaggio è incostituzionale. Quelli che non si fanno riforme in un Parlamento eletto con una legge bocciata dalla Suprema corte. Tutti quelli del No del 4 dicembre, insomma. E adesso beccatevi questo “tedeschellum” in salsa italiana, che ci ridarà le maggioranze variabili, le convergenze parallele. le trattative nelle segrete stanze e i partiti che decidono i programmi dopo il voto e mai prima. L’Italia di Andreotti, senza neanche Andreotti.

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