Poli

Pubblichiamo sul web i dati delle Nazioni Unite  sul calo degli sbarchi di migranti in Italia  nel 2017. Arriva il commento della signora A  (mezza età): “Ma quante balle ci raccontano”. Commenta  invece la signora B (giovane): “Certo, ora sono  nei lager libici grazie a politiche disumane”. La signora  A esprime il rumoreggiare esasperato che si agita al  fondo della società italiana, genericamente connotato  come populismo, ma che contiene prima di tutto una  pulsione a delegittimare, un pregiudizio avverso a ogni  mediazione, a ogni competenza, soprattutto se avverse  al proprio sentire. La signora B simboleggia invece il  radicalismo mai spento a sinistra, opposto all’altro, ma  ugualmente intransigente, restìo ad accettare che le  tragedie della storia non si dirigono con i buoni sentimenti  e che ciò che avviene in Libia si verifica da anni  in Turchia. Sono i due poli – in maggioranza il primo,  minoritario il secondo – tra i quali si giocherà il destino  politico di questo Paese. Uno si lascia guidare dalle  viscere, l’altro dallo Spirito. La Weimar che si profila  (copyright Taurasi) troverà la rotta fra questi scogli?  

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