Monumenti

Restituire alla città, contemporaneamente, palazzo vescovile e Cattedrale è impresa che resterà per secoli nelle memorie carpensi. E va riconosciuto alla caparbia ostinazione e alla concretezza di monsignor Cavina un risultato che non può invece vantare la civica amministrazione. A ben guardare, infatti, non c’è una sola grande opera monumentale pubblica danneggiata dal sisma che il Comune abbia portato completamente a termine: non il Torrione, fermo alle coperture, non il Teatro, cui manca lo spigolo di sud ovest, non la Torre del Passerino o quella dell’Orologio o San Nicolò, tuttora incerottati. Ora, se al Vescovo c’è chi rimprovera un’attitudine manageriale e amministrativa talvolta a scapito della cura delle anime, che cosa si dovrebbe dire di un Primo cittadino apparentemente più vocato alle attenzioni per il sociale che al completamento dei monumenti di maggior valore simbolico? Anche questo è toccato a Carpi nel primo scorcio del terzo millennio: un Vescovo che farebbe molto bene il Sindaco e un Sindaco che se la caverebbe meglio da Vescovo.

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