Anche Imola fa settantamila abitanti. Anche a Imola il Pd, in tutte le sue ex formule, governava da più di settant’anni. Anche a Imola avevano la sensazione di “...vivere in una città in cui tutto sommato si sta bene”, come ripetevano qualche sera fa i pochi presenti a un incontro con Enrico Campedelli. La roccaforte è caduta e molti prevedono, sperano o temono che lo stesso avvenga a Carpi da qui a un anno. Si ha un bel dire, aggrappandosi all’affluenza alle urne della metà degli elettori, che vince un “populismo senza popolo”. Il punto è capire se qualcuno riuscirà a dare una rappresentanza all’altra metà o se limitarsi ad aspettare gli errori altrui. Questo chiama in causa il Pd e il suo stato comatoso. Aggravato, a Carpi, da una divisione sorda, livorosa, ipocritamente dissimulata tra il Sindaco e l’aspirante tale, espressi dalle stesse file. In altre epoche, attivisti, militanti, segretari di circolo avrebbero chiesto un congresso che selezionasse il candidato, dando all’altro l’alternativa del sostegno o della fuoruscita. Oggi dormono anche loro. O, forse, non ci sono più.
27 Giugno 2018
Imola (Metacarpi del 28 giugno 2018)
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