Aggettivi

“Arrogante” hanno gridato a Matteo Renzi dalla romana piazza SS Apostoli i frammenti di sinistra colà convenuti per ripiantare l’Ulivo. “Nostalgici”, ha replicato lui dall’one man show di Milano per i circoli del Pd. Se il linguaggio è sostanza, niente come questi due aggettivi misura la distanza tra il Segretario del Pd e il variegato mondo alla sua sinistra. “Arrogante” – ci atteniamo alla pura semantica – connota la spocchia irridente e sicura di sé di chi si appropria di qualche cosa su cui non avrebbe alcun diritto (latino: ad rogare). “Nostalgico” è il dolore (greco: àlgos) combinato con il ritorno (greco: nòstos) che produce uno stato di deperimento e languore dovuto al rimpianto ossessivo. Per favorire un incontro tra i due mondi, occorrerebbe dunque coniare un nuovo aggettivo, e quindi un modo di essere, che compendi gli altri due. Per esempio “arrogalgico” («Scusate se vi piglio a pesci in faccia). O “nostalganti” («Vi rimpiango, accidenti a voi»). Ma non stanno in piedi. La Sinistra non parlerà mai una lingua sola.

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